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Natalità, timidi segnali di ripresa nelle Marche ma gli interventi rimangono urgenti

Lo scorso 29 marzo l’Istat ha pubblicato i dati degli indicatori demografici nazionali del 2023: la situazione è ancora una volta peggiorata rispetto all’anno precedente. Quello della natalità è un crollo senza fine, a cui tutti assistiamo inerti, malgrado i ripetuti allarmi. Si prospetta un futuro insostenibile dove non saremo in grado di far fronte ad una spesa sanitaria crescente perché la popolazione attiva continua a calare. Ma anche la tenuta del sistema previdenziale è compromessa e i fenomeni dello spopolamento delle aree interne e rurali, soprattutto del sud, sembra compromettere il futuro di intere aree del Paese, basta vedere già i nostri centri storici marchigiani.

Nelle Marche abbiamo, per fortuna, una piccola inversione di tendenza, un accenno di frenata dell’inverno demografico. Nel 2023 la popolazione marchigiana è tornata a crescere dopo anni di declino, e per la prima volta dopo la pandemia, toccando quota 1.484.427 abitanti. Mentre la tendenza nazionale è in ribasso, con 7 mila abitanti in meno, la nostra regione ne ha guadagnati 129 in più rispetto al 2022.

Le province con i maggiori incrementi sono Pesaro Urbino (+2,3 per mille abitanti) e Ancona (+0,7), popolazione in calo soprattutto nel sud della Regione, con la provincia di Ascoli Piceno in testa (-2,4). Mentre il nostro Paese segna per l’undicesimo anno consecutivo il record storico negativo, i dati Istat evidenziano nelle Marche una timida risalita delle nascite, quasi 9.000 nel 2023, 11 in più rispetto ai 12 mesi precedenti. Il numero di figli per donna, 1,17, rimane però inferiore alla media italiana (1,20), mentre l’età al parto, 32,7 anni, è di poco superiore al dato nazionale (32,5 anni). I decessi, oltre 17 mila, sono stati il doppio dei nuovi nati, ma il tasso di mortalità, dice l’istituto di statistica, è tornato sotto i livelli pre-Covid. Confermata la longevità dei marchigiani: siamo la quarta regione in Italia per speranza di vita femminile, con 85,9 anni, e quinti tra gli uomini, con quasi 81,8. A mantenere la bilancia in attivo è anche l’immigrazione. Sono 133 mila i residenti stranieri nelle Marche, 12 mila i nuovi ingressi lo scorso anno. Quasi 8.000 quelli che nel frattempo hanno lasciato la nostra Regione.

Questo dato appena positivo dovrebbe stimolare coloro che guidano le istituzioni regionali e comunali ad adottare misure di sostegno alla famiglia. Il Forum delle Associazioni Familiari delle Marche ha sottoscritto un protocollo d’intesa con ANCI-Marche proprio su questo tema, ma purtroppo molti comuni della nostra Regione, in occasione del Bilancio 2024, non sono ancora riusciti ad adottare norme specifiche per le famiglie e per il sostegno alla natalità.

I dati delle Marche non ci possono far dimenticare che la situazione generale è comunque critica: di fronte a tutto ciò serve un piano shock di rilancio di cui deve farsi immediatamente carico la politica nazionale, ma anche europea e locale. Nonostante le sollecitazioni del Forum delle Associazioni Familiari poco viene fatto per affrontare insieme (associazioni, partiti, scuola, chiesa) seriamente il problema. Nell’ipotesi più accreditata da Istat si va verso 13 milioni di abitanti in meno nel periodo 2023-2080. Si perderà l’equivalente dell’attuale intera popolazione del Mezzogiorno se non si interviene con tempestività, progettazione di lungo periodo ed ingenti risorse. Nel medesimo periodo i dati previsionali Istat ci dicono che la potenziale forza lavoro si dimezzerà, così come il contingente dei giovani ed esploderà la componente anziana. Non possiamo più perdere tempo altrimenti verremo ricordati come quelli che sapevano e nulla hanno fatto.