giovedì , 21 Novembre 2024
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Aborto chimico, “accorato appello” alla Regione del Forum Marche per soluzioni alternative

La famiglie delle Marche avrebbero esultato se la Regione Marche avesse adottato provvedimenti a favore della natalità nella nostra Regione, che è una con il minor numero di bambini nati e, al contrario, con un gran numero di anziani. I nostri amministratori regionali ignorano, però, tali problematiche, e annunciano invece con grande soddisfazione il prolungamento della sperimentazione della “Ivg farmacologia”, in alternativa all’aborto chirurgico, fino al 30 settembre 2018. Con l’aborto chimico si riducono i costi legati alla ospedalizzazione, quindi tutti contenti.

E si affida l’intervento direttamente alla mano della madre che assume da sola la pillola letale, alleggerendo il lavoro e forse la coscienza di medici ed infermieri non obiettori, che ormai hanno capito che l’aborto non ha nulla a che fare con la salute della donna, se non nel senso di minacciarla. Si riducono anche i tempi, in quanto l’aborto chimico non può essere praticato oltre una certa settimana di gravidanza e quindi bisogna fare presto, non c’è tempo per troppi ragionamenti. E i noti sette giorni minimi in cui soprassedere? Forse non si può sempre rispettarli se in media, come ci informa il comunicato della Regione, passano 7-8 giorni: in media! Quindi ci chiediamo, in alcuni casi è 8 e in altri 6? Oppure 9 e 5? Qualcuno dovrebbe precisare visto che la legge parla di almeno una settimana. Ma soprattutto, i promotori di questa novità, al di là di aver o meno considerato il tasso di complicanze dell’aborto chimico rispetto a quello chirurgico, hanno pensato di consultare le donne che l’hanno affrontato o qualche psicoterapeuta che le ha avute in cura? Nella sperimentazione è stato previsto questo tipo di valutazione? E inoltre, se è una sperimentazione avviata nel 2016, perché prolungarla per così tanto tempo? Quali sono stati gli esiti della sperimentazione fino ad oggi, dove possiamo leggerli? Sarebbe interessante che il Presidente Luca Ceriscioli, che ha la delega alla salute, fornisse i dati e i numeri e soprattutto i costi in modo da confrontarli con quelli spesi per le famiglie. La lettera inviata dal Forum delle associazioni familiari delle Marche, sia al presidente della Regione che a quello del Consiglio, in cui si invitavano all’applicazione della Legge 194, che fine ha fatto?

Come Forum Marche, che riunisce 27 associazioni, rivolgiamo un accorato appello al dottor Fabrizio Volpini, presidente della IV commissione consiliare, a tutti i Consiglieri Regionali delle Marche e a chiunque può avere voce in capitolo: oltre a nuovi modi per abortire, sperimentiamo anche protocolli di valutazione delle motivazioni delle richieste di Ivg e di interventi integrati con il privato sociale che negli ultimi 40 anni ha dato prova di poter fare la differenza, e promuoviamo in maniera convinta il parto in anonimato come alternativa umana all’aborto. Perché, non dimentichiamolo mai, con l’aborto una donna non sceglie se essere madre oppure se non esserlo, ma sceglie se essere madre di un figlio vivo o essere madre di un figlio morto. Dopo non molto tempo quella madre sarà felice di aver dato alla luce suo figlio, e di averlo tenuto oppure affidato per amore ad un destino migliore.