Massimo Orselli, membro del Direttivo regionale e nazionale del Forum delle Associazioni Familiari, presidente di Famiglie per l’Accoglienza delle Marche e vice presidente dell’associazione nazionale, è stato eletto, il 23 febbraio, presidente della Consulta regionale per la famiglia, che è un organo propositivo e consultivo, istituito in base alla legge regionale 30/98. Il neo presidente ha dichiarato di aver accettato l’incarico “perché c’è sempre più bisogno che la famiglia sia in grado di vivere la propria esperienza e sia un soggetto della vita sociale e politica della nostra Regione, e sia in grado di affrontare la quotidianità della vita, che, giorno dopo giorno, pone tante problematiche e situazioni difficili”.
Orselli è un ingegnere sposato, padre di due figlie e nonno di quattro nipoti, che da quasi trent’anni è impegnato nell’esperienza di Famiglie per l’Accoglienza, associazione che il prossimo 18 maggio compie quarant’anni e che è una compagnia stabile tra famiglie che vivono l’accoglienza in tante situazioni, come l’affido familiare, l’adozione, l’accoglienza di ragazzi con disabilità, ospitalità varie. Ha promosso personalmente la nascita, a livello regionale, del Forum delle Associazioni Familiari, che nella sua articolazione nazionale ha avuto tra i soci fondatori Famiglie per l’Accoglienza; Orselli è anche componente dell’Osservatorio nazionale per la famiglia dal 2012.
Secondo il presidente Orselli “la situazione attuale, accentuata anche dalla pandemia, evidenzia, nelle nostre Marche, alcune problematiche delle famiglie che riguardano innanzitutto la denatalità, poi le difficoltà per la ‘quotidianità della vita’, come il costo della vita, la pressione fiscale, la conciliazione vita-lavoro. Un altro punto è la difficile possibilità di ‘fare famiglia’ per giovani che hanno questo desiderio, ma che non possono soddisfare per tante difficolta, che vanno affrontate”.
Per quanto riguarda il compito della Consulta per la famiglia, “va certamente portato avanti il lavoro impostato dal precedente presidente, Andrea Marinozzi, che ringrazio: la parola chiave, secondo me, sta in quel ‘per’ che significa lavorare, chiedere alle istituzioni, proporre azioni concrete a favore della famiglia, per il suo bene e quindi per il bene della società. In questa dinamica sta tutto il valore della partecipazione, nella Consulta, di associazioni diverse ma tutte in grado di portare il proprio contributo allo scopo comune. Pertanto mi sento di dire che presiedere la Consulta significa ‘presiedere’ il percorso che stanno facendo le famiglie e le associazioni, percorso recentemente riconosciuto anche dalla Corte costituzionale, con le associazioni che partecipano alla coprogettazione e alla coprogrammazione. In questo senso la Consulta può diventare il primo soggetto che dialoga, con richieste precise, con le istituzioni tutte, la Regione in particolare, in tutte le sue articolazioni. Il metodo della Consulta non può essere che una forte collaborazione tra tutti e di reciproca attenzione, anche verso le istituzioni in tutti i suoi aspetti”.