giovedì , 21 Novembre 2024
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Incontro politiche familiari: dopo l’assegno unico, priorità alla formazione di amministratori e funzionari locali

“Questo è un tempo gravido” in cui “si parla tanto di famiglia, natalità, bambini, maternità e donne” e dunque “deve partorire qualcosa”: con questa suggestione, che è anche una speranza, del presidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari, Gigi De Palo, si è chiuso, il 16 aprile, l’incontro on-line “Politica o politiche per la famiglia? – Dal locale al nazionale insieme per invertire la rotta: prospettive concrete”, organizzato dal Movimento politico per l’unità (Mppu). All’evento ha partecipato il ministro per Pari opportunità e per la Famiglia, Elena Bonetti, che ha sottolineato la “convergenza eccezionale, che ha coinvolto maggioranza e opposizione” sul tema dell’assegno unico, approvato quasi all’unanimità sia alla Camera che al Senato, e ha insistito sul bisogno di “riattivare la speranza” in un Paese che vede, nel 2020, “il peggior dato storico del saldo nascite/morti dalla prima guerra mondiale”. E proprio la straordinaria coesione, trovata dalle forze politiche che hanno approvato la legge sull’assegno unico, ha ispirato il Movimento politico per l’unità delle Marche, che ha deciso di confrontarsi con il Mppu del Veneto, regione che si è da poco dotata di una legge regionale sulla famiglia all’avanguardia, per vedere se è possibile ritrovare una simile unanimità anche a livello locale, soprattutto nella prima linea dei comuni, per attuare politiche familiari efficaci. Nella sua introduzione, Paolo Perticaroli, presidente del Forum delle Associazioni Familiari delle Marche, ha riportato un passo di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, al cui interno è nata l’esperienza del Mppu, secondo la quale “il Comune è la più importante delle istituzioni, perché più vicina alle persone, di cui incontra direttamente tutti i bisogni. È attraverso il rapporto con il Comune, nelle sue varie articolazioni, che il Cittadino sviluppa la gratitudine o il rancore verso l’insieme delle istituzioni anche quelle più lontane, quali lo Stato”. Da qui, secondo Perticaroli, la “necessità di stimolare i nostri Comuni con un’adeguata formazione alle politiche familiari, proprio perché ci siamo resi conto che sono pochi i Comuni che ne hanno di adeguate”. Come ha sottolineato De Palo, lo stile utilizzato per arrivare al successo dell’assegno unico, ovvero quello di “lavorare sui temi” e sui “punti di contatto” è uno “stile da portare a livello locale. I sindaci e i presidenti di regione hanno incarichi che durano almeno cinque anni e con loro c’è la possibilità di costruire un percorso”, ricordando poi che “da due anni abbiamo un momento un momento di formazione per gli amministratori, funzionari e dirigenti sulle politiche familiari”, che tra l’altro è stato sperimentato nel comune di Cinisello Balsamo.

Negli interventi di Giorgia Fabri, assessore del comune di Corinaldo, in provincia di Ancona, di Riccardo Visentin, assessore proprio del comune di Cinisello Balsamo, in provincia di Milano e di Luciano Malfer, dirigente della Provincia autonoma di Trento, al netto delle differenze dimensionali e territoriali, sono stati messi in rilievo due elementi, che accomunano le varie esperienze: il cambiamento di mentalità, che mette al centro dell’azione politica la famiglia in maniera trasversale ai vari assessorati e il fatto di fare squadra, “alleanza”, non solo tra forze politiche diverse, ma anche con le varie agenzie educative, con le categorie produttive, con le associazioni di volontariato e con altri enti, nel caso di piccoli comuni. Perché, come ha ben evidenziato Malfer, “un territorio amico della famiglia rende più competitivo quel territorio”.

Per maggiori informazioni sul Servizio di Formazione alle Amministrazioni pubbliche locali sulle Politiche territoriali per la Famiglia: forum.marche@gmail.com, 3402211296

 

Nella foto di Mauro Montesi l’assessore di Corinaldo, Giorgia Fabri.