sabato , 20 Aprile 2024
Home / Articoli / Leader e comunicatori di buone notizie oggi

Leader e comunicatori di buone notizie oggi

Come imparare a essere leader, ovvero non a comandare, ma a comunicare in maniera efficace i nostri contenuti sui social media e sul web, che oggi influenzano la visione della realtà? A questa fondamentale domanda hanno cercato di rispondere Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari e Bruno Mastroianni, docente di Teoria generale della comunicazione della facoltà di comunicazione istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce, nell’incontro che si è tenuto il 17 dicembre ad Ancona, alla Casa per Ferie Stella Maris, organizzato dal Forum delle associazioni familiari nazionale, e delle Marche.

La giornata si è aperta con i saluti del presidente regionale del Forum, Paolo Perticaroli, che ha sottolineato come “rendere sempre più visibile la famiglia, quella vera, è la nostra mission, quindi la problematica della comunicazione è molto importante in questo momento” anche se “mettere al centro al famiglia è difficile, come, a volte, è difficile la vita del Forum. In questo periodo stiamo creando buoni rapporti con tutte le istituzioni regionali e abbiamo contattato il Corecom delle Marche, a cui abbiamo proposto di avere un’attenzione particolare per le famiglie”. Sull’importanza di “relazionarsi con le istituzioni e portare la nostra voce ai vari tavoli” ha insistito molto anche il presidente De Palo il quale ha sottolineato che fare attività politica “non è il proprio del Forum: il nostro ruolo non è fare casino e organizzare manifestazioni. L’istituzione può piacerci o non piacerci ma va rispettata e con essa va costruito un dialogo”. Di dialogo e di regole per costruirlo al meglio, e in maniera efficace, sui social network e nell’ambiente digitale (sia internet sia gruppi di WhatsApp sia altro) ha parlato a lungo Mastroianni partendo dalla considerazione che “web e social fanno parte delle realtà che ci sta intorno perché siamo nel web aperto a tutti. Oggi, però, l’umanità è molto più individualista e le persone leggono i loro dispositivi elettronici ovunque: ma attenzione, l’individualismo non sta dentro la tecnologia, il web non funziona da solo”. Nell’utilizzo dei social media e del web bisogna fare molta attenzione perché a volte “offrono una visione non attendibile della realtà. Basta pensare al terremoto del 30 ottobre scorso: per più di un’ora si è creduto che la magnitudo fosse 7.1, perché nessuno, nella fretta, si era preoccupato di controllare le fonti: non era così, come sappiamo, ma i social e il web influenzano ormai la visione della realtà e sono diventati la prima fonte di informazione. I dati ci dicono che la ricerca, su Google, di informazioni ha superato, nel 2015, il ricorso alla tv e i social network si sono piazzati al terzo posto. Giornali e periodici sono molto più indietro. Cosa è successo? Cosa è il web 2.0?” Mastroianni ha spiegato che la “vera novità è stato il passaggio da un internet per esperti ad un utilizzo semplice del web. Fra pochi anni non si parlerà più di ambiente digitale ma di avvisi di ciò che sta succedendo. Già adesso la nostra finestra sul mondo è il timeline di facebook. Oggi decide l’algoritmo, che è una funzione robotica, che fa una selezione per noi. Tutte le piattaforme hanno un algoritmo che calcola like, commenti, condivisioni tempo di permanenza e altro ancora e in base a quello ci propone certi contenuti: spesso noi abbiamo dei pregiudizi cognitivi e l’algoritmo, in base alle nostre azioni, conferma ciò che già pensiamo”. Il docente ha invitato dunque i presenti a fare un’operazione importantissima, ovvero “umanizzare l’algoritmo: il web di per sé non esiste, siamo noi in connessione con altri attraverso le tecnologie digitali. Da come interagiamo in queste connessioni dipende la qualità della nostra finestra sul mondo. Per questo è importante usare le ‘preferenze’ di facebook, twitter e di google, per impostare un dialogo con i lontani dal nostro pensiero, con chi ha rilevanza, ovvero con persone competenti e con chi ha attendibilità, ricordandosi sempre che la comunicazione è confrontarsi con chi non è d’accordo con noi”. Il relatore ha poi offerto utili consigli per il rapporto con i contenuti, che vanno verificati attraverso un controllo attento della fonte (data, luogo, circostanza, verificabilità, autorevolezza, confronto) e ha invitato i presenti a “essere leader e comunicatori”. Questo implica una “presenza”, che significa “cimentarsi in prima persona, procedere per tentativi ed errori, conoscere l’ambiente” e un “dialogo” che presuppone considerare “l’esperienza digitale reale, imparare dagli abitanti e conquistarsi l’autorevolezza sul campo”. “Per Benedetto XVI – ha concluso Mastroianni – i social media sono porte. Per questo è importante educarci all’ON e creare prodotti che rispondano ai bisogni, anche online, delle persone”.

Nell’intervento del pomeriggio il presidente De Palo ha ricordato che la parola “leader proviene dal verbo inglese ‘to lead’, che significa avere persone che ti seguono: ma tu, che hai un ruolo nella tua associazione o nel Forum come eserciti la leadership?” Per De Palo fondamentale caratteristica dei leader è quella di “essere autocritici” (inutile trovare sempre il colpevole, alibi e giustificazioni varie). Occorre poi “evitare atteggiamenti troppo difensivi” e “non accontentarsi di vincere singole battaglie ma stimolare ad arrivare sempre fino in fondo anche se si è pochi a partecipare”. In questo ha un “ruolo la comunicazione interna ed esterna: il gruppo va valorizzato, così come le ‘energie pastorali’, e il messaggio deve essere semplice e chiaro da diffondere in base all’obiettivo”. Per il presidente “la capacità di leadership non è solo fare il ‘proprio lavoro’, a volte oltre a questo bisogna sorprendere i nostri destinatari (come ad esempio Pirlo che batte i rigori: non è un semplice calcio di rigore che tutti si aspettano, ma sorprende il pubblico con il tiro ‘a cucchiaio’)” Senza dimenticare che “le persone si riuniscono, si impegnano e portano avanti obiettivi NON PER IMPEGNO ma perché c’è una BELLEZZA che le spinge a muoversi”.